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Laringoscopia nel cane: protocolli operativi

Laringoscopia in Veterinaria

L’esecuzione della laringoscopia è una pratica comunissima. Viene utilizzata abitualmente durante le manovre di posizionamento del catetere oro-tracheale nella gestione dell’anestesia generale tanto dei pazienti canini che felini. Già in questa fase sono apprezzabili grandi differenze, oltre che morfologiche, anche di tipo funzionale tra le due specie.

È dunque fondamentale, per chi si accinge a praticare la valutazione endoscopica del laringe, la precisa conoscenza anatomica e funzionale dell’organo nel cane e nel gatto.

Quali sono le metodologie di conduzione dell’esame atte a identificare in modo corretto le alterazioni morfologiche del laringe?

L’esecuzione della #laringoscopia è una pratica comunissima. Quali sono le metodologie di conduzione dell'esame atte a identificare in modo corretto le alterazioni morfologiche del laringe? | #ECM #Veterinaria Condividi il Tweet

Laringoscopia e conoscenza anatomica

Elemento basilare per la corretta conduzione di qualsiasi esame ispettivo endoscopico è la profonda e precisa conoscenza anatomica dell’organo esplorato. Nel caso del laringe sarà fondamentale riconoscere:

  • le porzioni laringee che determinano l’adito laringeo
  • la morfologia normale che essa assume nelle differenti razze
  • i rapporti anatomici tra mucosa laringea e cartilagini laringee
  • la precisa fisiologia laringea.

Estrema padronanza dovrà essere presente per la descrizione delle lesioni elementari seguendo i criteri propri dell’anatomia patologica descrittiva con riferimento a iperemia, edema, tipologia di soluzioni di continuo e di lesioni proliferative o modificanti il profilo.

La correlazione delle alterazioni evidenziate al quadro sintomatologico del soggetto esaminato costituisce probabilmente l’elemento più complesso della procedura.

L’interpretazione clinica, oltre che endoscopica, della lesione risulta fondamentale anche per estendere eventualmente l’indagine endoscopica ad altri settori anatomici quali il rinofaringe e l’esofago.

L'interpretazione clinica, oltre che endoscopica, della lesione risulta fondamentale anche per estendere eventualmente l’indagine endoscopica ad altri settori anatomici quali il rinofaringe e l’esofago | #laringoscopia #Veterinaria Condividi il Tweet

Laringoscopia e interpretazione clinica

La fase interpretativa clinica e la correlazione dei reperti endoscopici con la condizione del paziente è un argomento assai dibattuto in endoscopia veterinaria, soprattutto in Italia, per la presenza di una figura professionale importante, quella dell’endoscopista.

È dunque oltremodo importante nel caso in cui l’esame endoscopico non sia condotto dal clinico che ha valutato il paziente, che ci sia una strettissima collaborazione tra colleghi.

In questo modo viene massimizzato il valore dell’esame endoscopico.

Di fondamentale importanza risultano anche le condizioni e la tipologia di respirazione che il paziente ha avuto nel periodo antecedente l’esame.

La presenza di stati di polipnea prolungata hanno infatti un ruolo importantissimo nell’indurre la presenza di alterazioni infiammatorie acute, anche importanti, semplicemente correlabili al trauma aerogeno che la mucosa laringea ha subito nella fase della polipnea.

Qualora l’esecuzione della laringoscopia avvenga per il sospetto clinico della presenza di alterazioni presenti in questa sede anatomica, è preferibile condurre l’esame seguendo gli standard di gestione ormai da tempo codificati per la esecuzione della laringoscopia in caso di sospetta lesione funzionale.

La fase interpretativa clinica e la correlazione dei reperti con la condizione del paziente è un argomento assai dibattuto in endoscopia #veterinaria, per la presenza di una figura professionale importante: l’endoscopista | #ECM Condividi il Tweet

Induzione anestetica

La maggior parte degli autori identifica nella induzione anestetica eseguita con propofolo con paziente non sedato la metodologia più affidabile. Questo per evitare interferenze farmacologiche con la motilità fisiologica laringea.

L’osservazione funzionale è quella che viene condotta per prima. Solo successivamente, con adeguato approfondimento del piano anestesiologico, è possibile eseguire una corretta valutazione delle strutture laringee comprensive della epiglottide e dei recessi piriformi.

Posizionamento del paziente

Di importanza basilare per la corretta conduzione dell’esame è il posizionamento del paziente e dell’operatore.

Viene determinato quello che è definito asse di osservazione laringeo. Il paziente giace in decubito sternale per mimare il più possibile le condizioni anatomiche di posizionamento laringeo. Particolare attenzione deve essere posta alla simmetria di posizionamento di testa e collo.

Altrettanta attenzione deve essere posta nella scelta di impiegare sostegni per la testa. Questi infatti possono modificare la pressione faringea e interferire sulla valutazione delle caratteristiche dell’epiglottide.

È necessario che la lingua venga trazionata moderatamente per non alterare i rapporti faringo-laringei e per non inibire l’azione dei muscoli estrinseci laringei nella valutazione funzionale del laringe.

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Idealmente l’operatore dovrebbe essere posizionato frontalmente rispetto al soggetto con il corpo parallelo all’asse glottideo.

Il posizionamento del paziente e dell’operatore è fondamentale per una #laringoscopia corretta. Idealmente il #Veterinario dovrebbe essere posizionato frontalmente rispetto al soggetto con il corpo parallelo all’asse glottideo |… Condividi il Tweet

Quale tipologia di endoscopio?

La tipologia di endoscopio scelto può essere importante e condizionare la conduzione dell’esame.

Per una corretta osservazione endoscopica del laringe è più facile l’impiego di strumenti rigidi che consentono un direzionamento più immediato e più intuitivo.

L’impiego di strumentazione flessibile è ovviamente possibile ricordando che la fase di inserimento dello strumento deve di norma avvenire con la porzione terminale retta e con modalità di brandeggio del tutto simili all’endoscopio rigido.

La trazione delicata della lingua condiziona, nella maggior parte dei casi, la dislocazione ventrale dell’epiglottide e la visualizzazione dell’adito glottideo.

In alcuni soggetti, con diametri faringei ridotti, la dislocazione ventrale dell’epiglottide può essere favorita dall’impiego dell’abbassalingua. Si dovrebbe evitare di utilizzare la porzione terminale dell’endoscopio per accedere all’adito glottideo dislocando l’epiglottide perché sovente questa manovra condiziona l’asse di osservazione (Video 1).

Quale tipologia di endoscopio? Per una corretta osservazione endoscopica del laringe è più facile l’impiego di strumenti rigidi che consentono un direzionamento più immediato e più intuitivo | #ECM #laringoscopia #Veterinaria Condividi il Tweet

Diagnosi definitiva

Standardizzazione laringoscopia-ECM-Missione Veterinario

È oggi sempre consigliabile disporre di sistemi video. L’osservazione di immagini ingrandite su monitor consente di apprezzare e di descrivere in modo appropriato eventuali lesioni osservate. La possibilità di acquisizione delle immagini costituisce un ausilio importantissimo per lo stesso endoscopista.

Durante la fase descrittiva di refertazione può avere la necessità di rivedere particolari che durante la fase dinamica dell’esame possono essere sfuggiti.

La diagnosi definitiva di processo infiammatorio dovrebbe a rigore richiedere una conferma anatomopatologica attraverso prelievi bioptici sia di tipo cellulare che di tipo tissutale.

Raramente in letteratura tali procedure sono indicate in modo standardizzato. Non sono disponibili dati evidence based circa la loro reale utilità.

Il prelievo bioptico è indicato per ogni lesione proliferativa della superficie ed è in grado di determinare con precisione differenze tra forme infiammatorie crupali o fibrinose da iniziali proliferazioni neoplastiche.

L'osservazione di immagini ingrandite su monitor consente di descrivere in modo appropriato eventuali lesioni. La possibilità di acquisizione delle immagini costituisce un ausilio importantissimo | #ECM #Veterinaria #laringoscopia Condividi il Tweet

La refertazione descrittiva post laringoscopia

Elemento conclusivo e qualificante dell’indagine endoscopica è indubbiamente la refertazione. Essa costituisce relazione con valore certificativo e deve essere redatta con estrema attenzione.

La consegna di supporto digitale con registrazione di immagini dell’esame non costituisce elemento sostitutivo del referto. Da un punto di vista prettamente medico legale il valore certificativo del referto è legato alla sola relazione scritta e non dipende dalle eventuali immagini allegate.

A differenza dei settori della gastroenterologia in cui sono a disposizione in medicina veterinaria sistemi di refertazione standardizzata e ripetibile, non esistono esempi a tale riguardo per quanto concerne l’endoscopia delle vie respiratorie.

È quindi utile ricordare, quale corollario alla trattazione, che il referto si basa essenzialmente su criteri di tipo descrittivo anatomico delle lesioni.

Deve riportare eventuali problematiche riscontrate nella conduzione dell’esame, ovvero limitazioni alla conduzione del medesimo e alla esecuzione di procedure collaterali come la biopsia.

Ricordiamo da ultimo che la diagnosi proposta nel referto resta, soprattutto nelle lesioni oggetto di questa lezione, una diagnosi di tipo descrittivo e pertanto presuntiva

A differenza dei settori della gastroenterologia in cui sono a disposizione in #veterinaria sistemi di refertazione standardizzata, non esistono esempi per quanto riguarda l’endoscopia delle vie respiratorie | #ECM #Veterinari Condividi il Tweet
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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Missione Veterinario del Prof. Stefano Romussi: “Laringoscopia nel cane e nel gatto: ottimizzazione dei protocolli operativi per la diagnosi delle forme infiammatorie e dei disturbi funzionali”


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