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TAC e Risonanza magnetica: la diagnostica di secondo livello in veterinaria

TAC e Risonanza Magnetica in Veterinaria

TAC, risonanza magnetica e diagnostica per immagini. Sono molteplici gli strumenti a disposizione del clinico veterinario per condurre l’indagine, ed è utile conoscerne i limiti e le potenzialità.

Oltre agli esami di laboratorio, la diagnostica per immagini riveste un ruolo prominente nella localizzazione e caratterizzazione di diversi processi patologici, nonché nel follow up clinico del paziente.

Il primo livello di indagini conoscitive è rappresentato dall’esame radiografico e dall’ecografia.

Sono esami strumentali ampiamente diffusi, relativamente economici e non invasivi, le cui potenzialità possono essere implementate attraverso l’utilizzo di mezzi di contrasto.

Costituiscono spesso un passaggio fondamentale e talvolta anche conclusivo dell’indagine diagnostica. Quando questo non avviene è necessario applicare le tecniche di diagnostica di secondo livello.

Il secondo livello di approfondimento diagnostico comprende due diverse modalità di imaging tomografico (ovvero tecniche che consentono di ottenere delle sezioni o “fette” dei distretti indagati), la Risonanza Magnetica (RM) e la Tomografia Computerizzata (TAC), in crescente sviluppo nell’ambito veterinario.

Entrambe le tecniche offrono diversi vantaggi rispetto alla diagnostica di primo livello. In primis danno la possibilità di valutare ogni struttura in tre dimensioni, eliminando eventuali sovrapposizioni e consentendo di ottenere una migliore rappresentazione dei rapporti anatomici fra i diversi organi e apparati.

Inoltre, queste due modalità possiedono una migliore risoluzione di contrasto rispetto all’immagine radiografica. Ovvero una maggiore accuratezza nel differenziare i tessuti sulla base delle loro caratteristiche fisiche e biochimiche.

Al contrario, la risoluzione spaziale, ovvero la capacità di percepire come separati due oggetti ad alto contrasto o, più semplicemente, la capacità di distinguere piccoli dettagli, è minore nelle tecniche tomografiche (TAC e RM) rispetto alla radiologia convenzionale.

Questa caratteristica rende la radiologia convenzionale ancora fondamentale e spesso conclusiva, ad esempio negli studi ortopedici.

Quando TAC e risonanza magnetica fanno la differenza?

Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero di strutture veterinarie che si avvalgono di apparecchiature TC e, in misura di poco minore, di risonanza magnetica.

È certamente importante conoscere i punti di forza di queste tecniche per poterne sfruttare al massimo le potenzialità.

Uno fra gli errori che il Medico Veterinario dovrebbe evitare è quello di indirizzare direttamente il paziente ad approfondimenti di secondo livello con la speranza di ottenere più dettagli possibili, prima ancora di aver formulato un’ipotesi diagnostica.

Ulteriori svantaggi che devono essere considerati nel proporre un esame diagnostico di secondo livello, sebbene relativi, sono il costo elevato e la necessità, nella maggior parte dei casi, di contenere farmacologicamente il paziente.

Pazienti oncologici

L’esame TAC è diventato uno strumento fondamentale in oncologia veterinaria per la stadiazione clinica di numerose forme neoplastiche.

Nella maggior parte dei casi, le tecniche diagnostiche di primo livello permettono già di identificare la presenza di una lesione di possibile natura neoplastica.

Inoltre l’esame ecografico consente di effettuare campionamenti guidati della lesione, giungendo così alla diagnosi cito-istologica.

In questo contesto, l’esame TC rappresenta un utile strumento per la valutazione dell’approccio chirurgico, al fine di caratterizzare i rapporti anatomici della lesione con le strutture circostanti, valutarne la vascolarizzazione e i margini.

La tomografia computerizzata ha dimostrato di essere la tecnica più sensibile per l’individuazione di metastasi polmonari sia in oncologia umana che in veterinaria.

Un’altra indicazione per l’esecuzione di approfondimenti TAC è la caratterizzazione delle neoformazioni cosiddette “complex mass” identificate all’esame ecografico dell’addome, nonché per valutare l’invasività vascolare nel caso di tumori particolarmente aggressivi, come quelli delle ghiandole surrenali.

Anche se molto meno diffusa, un’altra importante funzione dell’esame TC in oncologia veterinaria, è il planning dei trattamenti radioterapici. Gli acceleratori lineari, infatti, integrano sistemi TC per identificare con più accuratezza la regione da sottoporre al trattamento.

La TAC Pazienti politraumatizzati

La possibilità di indagare rapidamente tutte le strutture corporee senza movimentare eccessivamente il paziente, rende l’esame TC uno dei mezzi più efficienti per la valutazione dei sospetti politraumatizzati.

Con politraumatizzato si identifica un paziente che presenta lesioni severe in almeno due distretti anatomici, spesso in seguito a traumi da investimento, caduta dall’alto e ferite da morso.

La regione più colpita è il torace, con un’alta incidenza di pneumotorace e contusioni polmonari, mentre altre lesioni frequentemente riportate sono emoperitoneo e trauma cranico.

Nei casi emergenziali, l’esame TAC offre la possibilità di effettuare rapidamente una scansione di tutto il paziente, con una maggiore sensibilità nell’identificare lesioni scheletriche, presenza di gas libero e/o versamento in torace e addome o rotture d’organo.

Anche nella valutazione di pazienti con sospetto trauma cranico, la tomografia computerizzata permette di identificare rapidamente fratture di neuro e splancnocranio, nonché la presenza di gravi alterazioni intracraniche.

Tuttavia, è chiaro come gli scanner tomografici non siano a disposizione di tutte le strutture cliniche, e che i costi siano relativamente più elevati rispetto alla diagnostica di primo livello.

Procedure interventistiche

Fra le tecniche interventistiche si riconoscono le procedure a fini diagnostici e quelle a fini terapeutici. La diagnosi istopatologica o citologica costituisce spesso il passaggio necessario per la soluzione del caso clinico.

La modalità più frequentemente utilizzata per il campionamento è rappresentata dall’esame ultrasonografico, che permette di visualizzare direttamente lo strumento da biopsia durante la procedura e indirizzarlo con maggiore accuratezza.

Anche la tomografia computerizzata può essere impiegata per il campionamento bioptico. In particolare nel caso di lesioni localizzate in distretti difficili da raggiungere con l’esame ecografico.

Questa tecnica viene sfruttata, per esempio, per il campionamento di lesioni polmonari e ossee. Un nuovo possibile campo di applicazione è rappresentato dalla biopsia di lesioni intracraniche mediante l’utilizzo di appositi strumenti stereotattici.

Fra le procedure interventistiche sono incluse le tecniche non chirurgiche mininvasive che utilizzano il sistema vascolare per raggiungere lesioni localizzate all’interno degli organi, come nel caso di alcune chirurgie cardiovascolari o l’embolizzazione tumorale.

In queste procedure ci si avvale soprattutto della fluoroscopia. Questa consente di ottenere immagini radiografiche in tempo reale, non solo in modalità statica, ma anche riprese dinamiche.

Conclusioni

Nell’indagine clinica, l’imaging rappresenta un utile strumento per indirizzare o formulare la diagnosi del paziente, in medicina umana come in veterinaria.

La diagnostica di primo livello rappresenta, nella maggior parte dei casi, un passaggio imprescindibile per la localizzazione del problema e uno strumento economicamente vantaggioso ed efficace per il monitoraggio delle lesioni osservate.

In seconda battuta, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica possono fare la differenza in una più accurata caratterizzazione delle lesioni, nell’indagine di distretti anatomici complessi o difficilmente raggiungibili, nello staging oncologico e nella programmazione dell’intervento chirurgico.


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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Missione Veterinario della Dr.ssa Martina Manfredi: “Quando la diagnostica di secondo livello fa la differenza”


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