Vaccini del cane e del gatto: sono sempre tutti necessari?
L’utilizzo dei vaccini nel cane e nel gatto è ad oggi il metodo più efficace, più economico e più sicuro per tenere sotto controllo molte malattie infettive.
In Italia sono disponibili vaccini per diverse patologie del cane e del gatto. La decisione di vaccinare deve essere sempre presa dal Medico Veterinario in base alle reali necessità del paziente e alla valutazione del rapporto rischio/beneficio per ogni animale e per ogni vaccino.
Non necessariamente, infatti, tutti gli animali hanno bisogno di tutti i vaccini, tenendo anche presente che la vaccinazione è benefica ma non sempre innocua.
Sebbene i vaccini siano estremamente sicuri, ridurre l’uso dei vaccini limitandosi a quelli realmente necessari, riduce anche il rischio di possibili reazioni avverse.
Il Medico Veterinario gioca quindi un ruolo chiave nella scelta del protocollo vaccinale più adatto a ogni singolo paziente.
Spetta a lui la decisione finale da prendere secondo scienza e coscienza valutando ogni singolo caso e conoscendo tutti i vantaggi e gli eventuali svantaggi legati alla vaccinazione.
Cos’è la vaccinazione
La vaccinazione è per definizione l’immunizzazione attiva di un soggetto sano ottenuta mediante somministrazione, per via parenterale, orale o mucosale, di una preparazione antigenica, costituita da microrganismi interi, frazioni di questi o loro prodotti, nel tentativo di indurre protezione nei confronti di una determinata malattia infettiva.
Il prodotto somministrato, denominato vaccino, stimola nell’ospite una reazione immunitaria specifica che lo aiuterà, in futuro, nella protezione nei confronti dell’aggressione dello stesso patogeno verso cui è stato vaccinato.
La vaccinazione è qundi un trucco volto a ingannare il sistema immunitario inducendolo a credere di trovarsi di fronte a un’infezione e a reagire di conseguenza.
Il vaccino sarà tanto più efficace quanto più assomiglierà al vero aggressore e sarà in grado di attivare i meccanismi immunitari come farebbe il corrispondente patogeno.
Vaccinazione non è sinonimo di protezione. Nessun vaccino, per valido che sia, è in grado di stimolare un’immunità protettiva nel 100% della popolazione vaccinata. A seconda della malattia, l’efficacia protettiva accettabile fornita dalla maggior parte dei vaccini varia dal 65% al 95%.
Il #vaccino sarà tanto più efficace quanto più assomiglierà al vero aggressore e sarà in grado di attivare i meccanismi immunitari come farebbe il corrispondente patogeno | #Vaccini #Veterinari #ECM #FAD Share on XI diversi tipi di vaccini del cane e del gatto
Il mercato dei vaccini veterinari offre oggi un’ampia gamma di presidi immunizzanti rappresentati da vaccini più classici, prodotti mediante tecniche convenzionali, e da vaccini più moderni di nuova generazione.
I vaccini del cane e del gatto si possono classificare in modi diversi, ma la classificazione oggi più seguita a livello mondiale è quella che li suddivide in due grandi categorie: vaccini infettivi e vaccini non infettivi.
Vaccini infettivi
I #VacciniInfettivi hanno più probabilità di indurre una robusta immunità sia cellulo-mediata (TH1-mediata) sia umorale (TH2-mediata) | #Vaccini #Veterinari #ECM #FAD Share on XI vaccini infettivi contengono microrganismi che sono stati attenuati per ridurne la virulenza. I microrganismi rimangono comunque intatti e vitali e inducono un’immunità replicandosi nell’animale, causando una blanda infezione senza causare significativi danni ai tessuti né segni clinici di malattia.
Hanno quindi più probabilità di indurre una robusta immunità sia cellulo-mediata (TH1-mediata) sia umorale (TH2-mediata). Somministrati correttamente a un animale immunocompetente, infatti, tali vaccini lo proteggono efficacemente e per lungo tempo.
Vaccini non infettivi
I vaccini non infettivi, noti anche come inattivati/uccisi/spenti, sono stati trattati in modo tale da non essere più in grado di replicarsi e di infettare, né tanto meno di causare danni o segni clinici nell’ospite. Agendo da antigeni esogeni, stimolando di conseguenza soprattutto una risposta umorale (TH2-mediata).
Per tutti questi motivi, pur con qualche eccezione, i vaccini non infettivi sono in genere meno efficaci dei precedenti e hanno una durata dell’immunità (DOI) più breve rispetto ai vaccini infettivi.
Richiedono dosi ripetute e più ravvicinate per stimolare una valida protezione e molto spesso contengono un adiuvante che ne potenzia l’immunogenicità. Comprendono i vaccini a microrganismi interi, inattivati ma antigenicamente intatti, a subunità (di sintesi e ricombinanti) e a DNA.
I #VacciniNonInfettivi, non sono in grado di replicarsi e di infettare, tanto meno di causare danni o segni clinici nell’ospite. Sono in genere meno efficaci e hanno una DOI più breve | #Vaccini #Veterinari #ECM #FAD Share on XVaccinazione: le Linee Guida
Nel 2006 il gruppo di studio per le linee guida vaccinali (Vaccination Guidelines Group, VGG) della WSAVA (World Small Animal Veterinary Association) si è riunito con lo scopo di stilare delle linee guida mondiali per i vaccini del cane e del gatto che tenessero conto delle differenze internazionali dei fattori economici e sociali che hanno un impatto sul possedere questi animali da compagnia.
Le prime linee guida della WSAVA sono state pubblicate nel 2007 e quindi aggiornate nel 2010, con un documento di accompagnamento stilato per i proprietari e per gli allevatori di cani e gatti.
Nel 2014 e nel 2015, il VGG ha lavorato per aggiornare le linee guida mondiali per la vaccinazione del cane e del gatto e ha stilato la versione aggiornata 2015, pubblicata all’inizio del 2016 e oggi disponibile anche in italiano, scaricabile dal sito della WSAVA.
Queste linee guida e la classificazione delle vaccinazioni in core e non-core sono sovrapponibili a quelle proposte nel 2013 dall’American Association of Feline Practitioners (AAFP), nel 2017 dall’American Animal Hospital Association (AAHA) e nel 2015 dall’Advisory Board on Cat Diseases (ABCD). Tutte le linee guida sopra citate sono concordi nel raccomandare caldamente, quando possibile, che tutti i cani e tutti i gatti beneficino della vaccinazione.
La #vaccinazione non protegge il singolo animale, ma fornisce l'#ImmunitàDiGregge, riducendo la prevalenza di una malattia e minimizzando le possibilità di epidemie di malattie infettive | #Vaccini #Veterinari #ECM #FAD Share on XQuesta, infatti, non protegge solo il singolo animale, ma fornisce l’immunità di gregge, indispensabile non solo per proteggere l’individuo, ma anche per ridurre il numero di animali suscettibili nella popolazione di una determinata area, e quindi la prevalenza di una malattia, minimizzando di conseguenza le possibilità di epidemie di malattie infettive.
Vaccini core e non-core
In tutte le linee guida i vaccini vengono suddivisi in due grandi categorie: vaccini core (raccomandati) e vaccini non-core (opzionali); a questi si aggiungono i vaccini non raccomandati, per i quali c’è una scarsa giustificazione scientifica per il loro utilizzo.
Nella Tabella 1 sono riportati i vaccini del cane e del gatto disponibili nel mondo suddivisi in queste 3 categorie.
Solo nel caso dell’ABCD, alle due categorie core e non-core si aggiunge una terza categoria, quella dei vaccini circumstantial, richiesti in particolari situazioni: ad esempio gatti che viaggiano in aree dove la rabbia è endemica o gatti che hanno accesso all’esterno e che quindi sono a rischio di FeLV.
Le prime vaccinazioni
Quando si deve vaccinare un animale molto giovane, deve essere sempre tenuta in considerazione la possibile (se non certa) interferenza degli anticorpi di derivazione materna (Maternally-Derived Antibodies, MDA). Tali anticorpi trasferiti passivamente dalla madre, essenziali per la sopravvivenza dei neonati, inibiscono lo sviluppo di una risposta immunitaria neonatale endogena.
Per cercare di superare questa pericolosa interferenza, si ricorre a una serie di vaccinazioni, distanziate di 3-4 settimane l’una dall’altra. Per esempio, indicativamente a 8-12 settimane di età cuccioli e gattini avranno livelli di MDA tali da permettere l’immunizzazione attiva dei soggetti.
Individui con scarsi MDA possono essere vulnerabili (e in grado di rispondere alla vaccinazione) a un’età più precoce, mentre altri possono avere titoli di MDA talmente elevati da non essere in grado di rispondere alla vaccinazione fino anche a più di 12 settimane di età.
Nella vaccinazione di un animale molto giovane, si deve sempre tenere in considerazione l'interferenza degli anticorpi di derivazione materna (#MaternallyDerivedAntibodies, #MDA) | #Vaccini #Veterinaria #ECM #FAD Share on XÈ comunque necessario tenere sempre presente che nella fase di declino degli anticorpi materni, si viene molto spesso a creare una particolare condizione, nota come finestra di vulnerabilità o gap immunitario, che rappresenta un periodo critico in cui i cuccioli e i gattini possiedono un livello di anticorpi tale da impedire il successo di una vaccinazione, ma insufficiente a garantire la protezione dall’infezione.
Questo gap immunitario è fonte di notevoli problemi, soprattutto in situazioni con elevato numero di animali e quando i patogeni sono molto resistenti nell’ambiente e quindi permangono in elevate cariche infettanti (es. parvovirus). Non esiste quindi una regola unica per la vaccinazione primaria (prima serie vaccinale) applicabile a tutte le possibili situazioni.
Le vaccinazioni di animali adulti e anziani
Animali anziani hanno una memoria immunologica persistente verso antigeni noti, ma possono non riuscire a montare una risposta immunitaria primaria efficace nei confronti di nuovi antigeni | #Veterinari #Vaccini #ECM #FAD Share on XGli animali che da piccoli sono stati vaccinati con vaccini core vivi attenuati, mantengono una solida immunità per molti anni (a volte addirittura per tutta la vita). Questa protezione di lunga durata è fornita dalla persistenza delle cellule della memoria che garantiscono una produzione continua di anticorpi protettivi.
Dopo la rivaccinazione effettuata entro l’anno di età, le successive vaccinazioni core devono essere somministrate a intervalli di 3 anni o più. Per contro, la vaccinazione triennale non si applica in genere ai vaccini non-core, e in particolare a quelli inattivati e/o che contengono antigeni batterici richiedendo richiami più frequenti per una protezione affidabile.
Ne consegue che un cane o un gatto adulto può ancora essere rivaccinato annualmente, ma le componenti di queste vaccinazioni saranno diverse di anno in anno.
Inoltre, per valutare l’effettiva presenza di anticorpi protettivi contro i vaccini core del cane e del gatto è possibile ricorrere ai kit ambulatoriali rapidi in-clinics.
È inoltre ormai appurato che i soggetti anziani hanno una memoria immunologica persistente verso antigeni noti, ma possono non riuscire a montare una risposta immunitaria primaria efficace nei confronti di antigeni nuovi che non hanno mai incontrato prima.
È quindi necessario non far perdere la memoria al sistema immunitario interrompendo le vaccinazioni quando un animale ha raggiunto l’età geriatrica, ma prevedere richiami vaccinali come descritto per gli animali adulti, eventualmente valutando anche in questi caso il titolo degli anticorpi protettivi circolanti mediante i test rapidi.
Come valutare la protezione vaccinale
Sono oggi disponibili dei test sierologici rapidi e semplici (i kit ambulatoriali in-clinics) che possono valutare la presenza di anticorpi protettivi specifici per i 3 patogeni principali del cane (CDV, CAV e CPV-2) e del gatto (FPV, FHV-1 e FCV) per i quali sono previsti i vaccini core.
Questi kit commerciali vengono sempre più spesso utilizzati dai veterinari che vogliono proporre ai loro clienti un’alternativa alla rivaccinazione di routine con i vaccini core. Tali kit, di facile impiego e molto affidabili, si prestano bene per determinare:
- durata dell’immunità
- decidere se vaccinare o meno un animale anziano o uno con anamnesi vaccinale muta
- gestire un paziente allergico
- valutare la situazione in canili e gattili o in un qualsiasi altro ambiente dove è in corso un’epidemia
- chi è protetto e chi invece deve essere vaccinato
- quando iniziare la prima serie vaccinale in un cucciolo o in un gattino e se questa ha funzionato
È fondamentale ricordare che tali test sono applicabili solo alla risposta immunitaria conseguente alla vaccinazione con vaccini core.
Conclusioni
Seguendo le indicazioni fornite dalle attuali linee guida e avendo a disposizione sia degli ottimi presidi immunizzanti sia degli strumenti per valutare la protezione vaccinale, il Medico Veterinario ha tutti gli strumenti per poter vaccinare un cane o un gatto in maniera corretta, prendendo di volta in volta la decisione migliore per ogni singolo paziente.
E’ utile abbandonare una volta per tutte la pratica di vaccinare per abitudine tutti gli animali nello stesso modo.
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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Missione Veterinario della Prof.ssa Paola Dall’Ara: “Aggiornamenti in tema di protocolli vaccinali del cane e del gatto”
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