La complessità del collare: energie e implicazioni nei traumi cervicali
Collare e traumi cervicali.
Il termine “collare” deriva dal latino “collum” e si riferisce a un elemento destinato a circondare il collo dell’animale.
Treccani lo definisce come una striscia di cuoio o altro materiale che si posiziona intorno al collo del cane, a cui si collega la catena o il guinzaglio.
E’ importante comprendere che ogni sistema di contenimento crea un vincolo che influenza il modo in cui l’energia viene distribuita nei tessuti e negli organi della regione cervicale.
Questa energia dipende dalle caratteristiche del collare, dall’interazione con il guinzaglio e dalle azioni del conduttore.
In ultima analisi per poter comprendere a pieno la patogenesi dei traumi cervicali cosiddetti “da collare” è necessario ricordare che essi sono il frutto dell’interazione di forze di trazione sulla regione cervicale e che queste ultime dipendono:
- dalle caratteristiche del collare
- dalle caratteristiche del guinzaglio
- dalle trazioni determinate dal conduttore sul guinzaglio
- dalle trazioni determinate dal cane sul collare
Traumi cervicali nei cani: lesioni acute e croniche
Le lesioni acute coinvolgono principalmente i tessuti duri della regione cervicale, come cartilagini laringee, osso joide, e primi anelli tracheali.
Fratture dell’osso Joide o della cartilagine tiroidea o cricoidea rappresentano le tipologie di soluzioni di continuo più rappresentate.
La ricaduta clinica di tali fratture determina un’importante variazione dell’asse laringofaringeo. Questo si ripercuote sulla funzionalità d’organo evidente sia in fase di deglutizione che nella fase di abduzione delle cartilagini aritenoidi nella fase inspiratoria.
Le lesioni ai tessuti molli, concentrate sulla cute, possono manifestarsi come erosioni o ferite a seguito della trazione del collare.
In relazione alle caratteristiche fisiche del collare e della intensità della trazione sono descritte semplici erosioni o vere soluzioni di continuo sotto forma di ferite in genere lacere e contuse con meccanismo patogenetico non molto differente dalle ferite da morso.
Le lesioni traumatiche croniche coinvolgono principalmente i tessuti molli, causando flogosi asettica dovuta a compressione e trazione.
La flogosi, proporzionale alla resistenza dei tessuti, può causare iperplasia e ipercheratosi del derma. Lesioni più profonde possono coinvolgere strutture vascolari e nervose, con presunte correlazioni a problemi funzionali derivanti dall’uso prolungato di collari.
Le disfunzioni nervose, in particolare del nervo laringeo ricorrente, sono descritte in relazione a lesioni acute o croniche, con possibili complicanze legate a ferite, inoculazioni di farmaci o prelievi venosi giugulari.
Segni clinici e complicazioni dei traumi cervicali nei cani
I segni clinici, che possono essere descritti in pazienti con trauma cervicale di probabile relazione con sistemi di contenimento, sono conseguenza diretta di lesioni a genesi acuta o di lesioni a genesi cronica.
Le fratture che trovano il maggior numero di descrizioni in letteratura sono rappresentate dalle fratture dell’osso joide. Queste fratture rappresentano una percentuale significativa di lesioni traumatiche cervicali, spesso evidenziando alterazioni nella fase di deglutizione.
Le fratture dell’osso ioide possono influenzare l’asse glottideo, ma sono generalmente asintomatiche e possono essere rilevate incidentalmente durante l’esame laringoscopico.
Le fratture laringee sono eventi rari che coinvolgono lo scudo tiroideo e, più raramente, la cartilagine cricoidea, causando sintomi come stenosi laringea, dispnea inspiratoria ostruttiva, stridore e tosse.
La manifestazione di questi segni clinici dipende dalla tipologia e dalla gravità delle lesioni, sia acute che croniche.
Le fratture laringee da trauma costituiscono evento raro e possono riguardare lo scudo tiroideo e più raramente la cartilagine cricoidea.
I segni clinici sono riferibili a stenosi laringea e sono assimilabili a quelli secondari a frattura dei primi anelli tracheali o a disinsezione traumatica della giunzione crico-tracheale con la comparsa di dispnea inspiratoria ostruttiva, stridore e tosse.
Importanza dell’anamnesi e ruolo dei metodi diagnostici avanzati
La raccolta anamnestica da parte del Medico Veterinario è cruciale nei pazienti con sospetto trauma cervicale. Si focalizza sulle modalità di conduzione, tipo di collare e guinzaglio, abitudini del paziente, difficoltà nel controllo durante le passeggiate e possibili episodi acuti con strattonamenti.
La valutazione clinica dei traumi cervicali, in lesioni traumatiche ottuse, spesso non rileva alterazioni visibili. La palpazione della regione faringo-laringea può causare fastidio, retching, tosse o, raramente, anomalie di posizionamento laringeo.
In casi di sospetto coinvolgimento faringo-laringeo, gli esami radiografici e l’ispezione in narcosi sono più sensibili dal punto di vista diagnostico.
L’esame ispettivo strumentale endoscopico offre, rispetto alla valutazione diretta, la possibilità di visualizzare le strutture a maggior ingrandimento e il riconoscimento anche di piccole deviazioni rispetto alla morfologia normale degli organi.
Tali vantaggi risultano anche maggiori, come ovvio ritenere, nei soggetti di piccola taglia.
Gli studi di diagnostica per immagini sono quelli di più diffuso impiego e la letteratura riferisce con precisione sia la attendibilità diagnostica degli studi radiografici diretti della regione cervicale ripresi con decubito laterale e obliquo, sia di quale possa essere l’ausilio della diagnostica tomografica computerizzata di II livello.
Indubbiamente quest’ultima risulta essere la scelta ottimale per svelare segni di lesioni traumatiche dei tessuti duri eventualmente accompagnate da alterazioni conseguenti dei tessuti molli perilesionali.
Non sono tuttavia note le potenzialità di impiego per svelare lesioni traumatiche croniche con interessamento secondario, ad esempio, del nervo laringeo ricorrente.
Non sono disponibili informazioni basate su evidenza dell’impiego sistematico dell’esame ecografico e le potenzialità di tale procedura sono disponibili solo in forma aneddotica riferite all’impiego dell’esame ecografico nella valutazione della paralisi laringea nel cane.
Riflessioni conclusive: consapevolezza e gestione responsabile del contenimento
La letteratura scientifica mette in luce una connessione inequivocabile tra l’utilizzo di dispositivi di contenimento cervicale nei cani e la manifestazione di lesioni traumatiche, prevalentemente a livello dei tessuti duri.
Le fratture che coinvolgono la laringe e l’osso ioide emergono come manifestazioni più evidenti, mentre l’associazione con neuropatie cervicali croniche risulta più complessa da dimostrare.
Il Veterinario ha il compito di informare i proprietari sui potenziali impatti patogenetici dei traumi da uso di dispositivi di contenimento cervicale, di cruciale importanza, soprattutto nel contesto della gestione di cani dal temperamento energico.
Questa consapevolezza è altrettanto significativa per chi promuove sistemi di contenimento cervicale al fine di influenzare positivamente il comportamento animale.
Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Missione Veterinario della Prof. Stefano Romussi: “Traumi da collare: fantasie o realtà”.
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