Trattamento delle infezioni batteriche delle vie respiratorie
Le ultime lineeguida sull’utilizzo degli antibiotici nel cane e nel gatto sono state pubblicate nel 2016 dalla International Society for Companion Animal Infectious Diseases.
Si sottolinea in ogni caso, come la maggior parte di tali linee guida non sia purtroppo supportata da un’evidenza scientifica.
In assenza di dati disponibili in letteratura, a ogni membro della commissione, è stato chiesto di esprimere un parere in merito all’approccio terapeutico in corso di differenti condizioni infettive delle vie respiratorie.
Antibiotici per le infezioni delle prime vie respiratorie del gatto
Si tratta di sindromi respiratorie infettive ad eziologia virale e/o batterica. Si manifesta con scolo oculocongiuntivale e nasale da sieroso a mucopurulento, starnuti e blefarospasmo.
In corso di infezioni acute (<10gg) l’esecuzione di test diagnostici volti a identificare un possibile agente batterico è del tutto superfluo.
Qualora vi sia indicazione all’impiego di antibiotici la prima scelta ricade sulla doxiciclina.
Questa molecola è ben tollerata nel gatto, la maggior parte delle forme di Bordetella B spp. è risultata sensibile e si è dimostrata efficace in vivo nelle forme sostenute da Chlamydia e Mycoplasma.
La doxiciclina presenta inoltre efficacia nei confronti della maggiorate dei batteri patogeni opportunisti che compongono il normale microbiota delle vie respiratorie del gatto.
Esistono scarse evidenze scientifiche che ci consentano di valutare la durata ideale della terapia con antibiotici. In modo empirico la commissione consiglia un ciclo di 7-10 giorni.
L’amoxicillina rappresenta una valida alternativa. È bene tuttavia ricordare come l’efficacia della amoxicillina nei confronti di Chlamydia e Mycoplasma sia scarsa.
Nelle forme croniche è invece necessario affrontare un iter diagnostico più strutturato per escludere ulteriori possibili diagnosi differenziali (riniti croniche linfoplasmacellulari, stenosi rinofaringee, polipi rinofaringei, neoplasie etc).
In queste condizioni la scelta della terapia antibiotica dovrebbe in modo più appropriato essere somministrata secondo l’esito di esami colturali.
Infezioni delle vie respiratorie superiori nel cane
I virus coinvolti nel complesso delle infezioni respiratorie del cane includono adenovirus tipo 2, coronavirus respiratorio canino, herpesvirus, pneumovirus e virus della parainfluenza canina.
I batteri implicati quali patogeni primari sono B. Bronchiseptica, S. Equi e Mycoplasma spp. Sono comuni anche coinfezioni con differenti agenti batterici.
Si ritiene che queste infezioni siano più spesso sostenute da forme virali e pertanto l’impiego degli antibiotici non è indicato. La maggior parte di questi pazienti, nonostante una sintomatologia potenzialmente intensa, si mantiene normotermico, conserva un normale appetito e va incontro a risoluzione spontanea mediamente entro 10 giorni.
L’inizio della terapia antibiotica è consigliata solamente per quei casi che nei 10 giorni di osservazione sviluppano ipertermia, anoressia e letargia.
La prima scelta ricade ancora una volta sulla Doxiciclina considerata la sua spiccata efficacia nei confronti di B. Bronchiseptica e Mycoplasma spp. La durata della terapia è consigliata per almeno 7-10 giorni.
Bronchiti batteriche nel cane e nel gatto
È necessario sin da subito sottolineare un’importante differenza tra le forme di bronchite batterica acuta (forme infettive) e le bronchiti croniche, le quali non hanno un’eziologia infettiva (batterica o virale) ma possono complicarsi in seguito ad una sovrainfezione.
Per quanto riguarda le forme batteriche acute, valgono le stesse linee guida definite per le infezioni delle vie aeree superiori: è possibile che l’infezione a carico delle prime vie respiratorie possa estendersi anche a livello bronchiale ed in casi più rari e gravi determinare broncopolmonite e polmonite.
Nelle forme croniche è innanzitutto fondamentale stabilire l’esatta eziologia primaria: bronchite cronica aspecifica, collasso bronchiale, broncopneumopatia eosinofilica, bronchite asmatica, broncopolmonite ab ingestis: il trattamento della causa primaria è fondamentale.
Molto spesso le terapie antibiotiche in queste forme non sortiscono variazioni cliniche proprio in considerazione del limitato ruolo clinico dei batteri.
La scelta della terapia antibiotica deve basarsi sull’esito del lavaggio broncoalveolare e l’interpretazione degli esiti deve tenere conto di valori soglia quantitativi: è di fatto fisiologico riscontrare modeste UFC nel lavaggio broncoalveolare, valori superiori a 200 UFC/microlitro sono da considerarsi clinicamente significative.
L’età del paziente (si tratta spesso di soggetti anziani), lo stato immunitario e terapia cortisoniche protratte sono ulteriori importanti fattori da considerare per valutare se intraprendere o meno una terapia antibiotica.
#Bronchiti batteriche nel cane e nel gatto: la scelta della terapia antibiotica deve basarsi sull’esito del lavaggio broncoalveolare e l’interpretazione degli esiti deve tenere conto di valori soglia quantitativi | #ECM #Veterinaria Share on X
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